A DIECI ANNI DALLA ATTIVAZIONE DEI CONTRATTI DI FIUME IN VENETO

Alessandro Pattaro, qualcuno con cui correre

A DIECI ANNI DALLA ATTIVAZIONE DEI CONTRATTI DI FIUME IN VENETO

Febbraio 3, 2024 Contratti di Fiume Divulgazione scientifica 0

Una pubblicazione dell’Ordine degli Ingegneri di Venezia fa un bilancio dei processi partecipativi attivati in Veneto: l’autore è l’ing. Alessandro Pattaro, al quale l’Unione italiana Brevetti e Marchi ha assegnato la titolarità del marchio “Contratto di Fiume ®”

Esattamente a dieci anni dalla attivazione dei primi processi dei Contratti di Fiume in Veneto, giova fare un bilancio ambientale e sociale, in relazione ai risultati conseguiti e alla qualità dei processi partecipativi attivati.

Anticipiamo le conclusioni: l’esito di tutte le esperienze attivate in Veneto è fallimentare.

Per tutti i processi attivati in Veneto da anni non viene più effettuata alcuna attività coerente con il processo partecipativo.

Il Programma d’Azione, anche quando è stato sottoscritto (e ciò è avvenuto raramente: singolare il caso del Contratto di Fiume Meolo Vallio Musestre, che ha sprecato l’opportunità di sottoscrivere unitariamente il Programma d’Azione a Marzo 2019), le azioni non sono mai state portate in esecuzione.

Il partnerariato si è ovunque dileguato: dispersi i Consorzi di Bonifica, i Comuni, Arpav, Università di Padova e molte associazioni, che non hanno nemmeno sottoscritto il Protocollo d’Azione.

Da un punto di vista metodologico, i soggetti attuatori hanno impresso una svolta autocratica (autoritaria e dispotica), con un balzo involutivo dalla metodologia EDD (Engage Deliberate Decide) alla DAD (Decide Announce Defend), con il rischio, già concretizzato, che la DAD scadesse nella metodologia “DADA” (dove l’ultima A sta per Abandon).

Sono stati disattesi sistematicamente i Requisiti Qualitativi di Base dei Contratti di Fiume.

Sovente si constata la coincidenza fra il ruolo politico di alcuni portatori di interesse e il ruolo tecnico: un’identità di ruoli che svilisce la natura del processo partecipativo e viola i Requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume.

Il ruolo tecnico (che, fra l’altro, dovrebbe offrire garanzia di competenza) e quello politico dovrebbero esser distinti. O si è arbitro o si è giocatore: non si può esser contemporaneamente arbitro e giocatore.

Di tutto questo scempio è stata data testimonianza nella pubblicazione “Il Governo delle Acque nel Nord Est Italiano”, pubblicato nel 2023 da Aracne Editrice (capitolo X: “Fiumi e comunità: un disimpegno di tutti. L’epopea dei Contratti di Fiume in Veneto” a firma dell’ing. Alessandro Pattaro).