ALPHONSE MUCHA e ID&A ingegneria

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Reportage dalla mostra di Ferrara e omaggio iconografico ispirato all’ingegneria ambientale e idraulica
Presso il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, dal 22 marzo al 20 luglio 2025, è allestita una mostra monografica dedicata ad Alphonse Mucha, tra i principali protagonisti dell’Art Nouveau europea. L’esposizione, articolata in undici sale dell’ala Rossetti, propone un ampio excursus sulla vita e sulla produzione artistica del maestro moravo, attraverso manifesti, pannelli decorativi, fotografie, gioielli e documenti originali.
Nato nel 1860 a Ivančice, Mucha ottenne notorietà internazionale nella Parigi fin de siècle grazie alle celebri affiche realizzate per l’attrice Sarah Bernhardt e ai suoi pannelli decorativi, che divennero ben presto icone della nuova sensibilità estetica del tempo. Il cosiddetto “le style Mucha”, caratterizzato da eleganti figure femminili, elementi floreali e linee sinuose, contribuì in maniera determinante all’affermazione dell’Art Nouveau, imponendosi come uno dei linguaggi visivi più riconoscibili e influenti dell’epoca.
Nei giorni scorsi l’ing. Alessandro Pattaro ha avuto l’opportunità di visitare la mostra dedicata a Mucha presso il Palazzo di Diamanti a Ferrara.
Nel contesto di questa visita è stato realizzato un reportage fotografico.
In parallelo alla mostra, è stato ideato un elaborato grafico originale ispirato al linguaggio formale di Mucha, con l’obiettivo di rappresentare alcuni temi centrali dell’attività dello studio ID&A ingegneria e dell’ing. Alessandro Pattaro. L’opera, intitolata “L’Acqua della Vita”, si configura come un pannello decorativo in stile Art Nouveau, nel quale una figura femminile allegorica versa da una brocca un fiume che si articola tra fiori e turbine idrauliche.
L’immagine, concepita come simbolo della fusione armonica tra natura e tecnologia, intende rappresentare i principi fondanti dell’ingegneria idraulica e ambientale: il rispetto dell’equilibrio ecosistemico, l’uso razionale delle risorse idriche, l’integrazione tra intervento tecnico e paesaggio. La scelta di un linguaggio figurativo ispirato alla tradizione decorativa di Mucha permette di veicolare in forma evocativa e accessibile concetti di elevata complessità tecnica.
Il reportage fotografico e il ritratto allegorico costituiscono pertanto un’occasione di riflessione sul rapporto tra arte e scienza, tra estetica e progettazione, evidenziando come il patrimonio iconografico del passato possa offrire strumenti efficaci per comunicare le sfide dell’ingegneria contemporanea.




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