GIOVANNI BOLDINI e ID&A ingegneria

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Reportage dalla mostra-dossier di Ferrara e interpretazione visiva dei temi dell’ingegneria ambientale e idraulica
In continuità tematica e cronologica con la retrospettiva su Alphonse Mucha, il Palazzo dei Diamanti di Ferrara ospita, nelle tre sale dell’ala Tisi, una mostra-dossier dedicata a Giovanni Boldini.
Nato a Ferrara nel 1842, Giovanni Boldini fu tra gli interpreti più raffinati della pittura europea a cavallo tra XIX e XX secolo. Stabilitosi a Parigi, entrò in contatto con l’ambiente artistico e mondano della capitale francese, divenendo ben presto uno dei ritrattisti più richiesti dell’élite internazionale.
La visita alla mostra ha consentito di documentare, attraverso un reportage fotografico, alcuni esempi significativi della ritrattistica boldiniana.
In parallelo alla visita è stata sviluppata un’elaborazione grafica originale ispirata allo stile di Boldini, con l’intento di rappresentare visivamente i temi centrali dell’attività dello studio ID&A ingegneria e dell’ing. Alessandro Pattaro. L’opera, dal titolo “Il Progetto Fluente”, propone il ritratto dinamico di un ingegnere ambientale, raffigurato in movimento, con tratti pittorici sciolti e avvolgenti che richiamano la cifra distintiva del maestro ferrarese. Sullo sfondo si intravede un paesaggio fluviale, evocato con rapide campiture e vibrazioni cromatiche, in un equilibrio tra figura e ambiente.
L’immagine intende tradurre in forma simbolica i valori dell’ingegneria idraulica e ambientale: la costante evoluzione delle tecnologie, l’adattamento ai contesti naturali, il movimento come metafora della trasformazione sostenibile. L’adozione di uno stile pittorico ispirato a Boldini consente di esprimere tali concetti con una forza visiva immediata e raffinata, coniugando la tradizione artistica ferrarese con le istanze contemporanee della progettazione territoriale.
In una seconda opera dal titolo “Eleganza Fluente“, generata traendo ispirazione dallo stile di Giovanni Boldini, è stato prodotto un ritratto dinamico e vibrante di una donna elegante, simbolo dell’armonia tra bellezza e scienza. La figura femminile, avvolta in un abito dai toni perlacei che si fondono con pennellate mosse e vaporose, cammina lungo un paesaggio fluviale stilizzato, dove acquedotti sinuosi, chiuse e vegetazione si intrecciano come ornamenti. Lo sfondo suggerisce un mondo in cui l’ingegneria idraulica e la cura per l’ambiente sono elementi di civiltà e progresso. La composizione emana energia e raffinatezza, omaggiando l’eleganza e la forza dell’intelligenza progettuale femminile.
Il reportage fotografico e l’elaborazione iconografica costituiscono dunque un omaggio alla figura di Boldini e, al tempo stesso, una riflessione sul potenziale comunicativo dell’arte applicata ai temi della tecnica, della sostenibilità e del paesaggio. Come per Mucha, anche in questo caso la rilettura del linguaggio artistico diventa strumento per raccontare, con sensibilità estetica, la complessità e l’importanza dell’ingegneria per l’ambiente.




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