Nella prossima vita voglio nascere di destra

Alessandro Pattaro, qualcuno con cui correre

Nella prossima vita voglio nascere di destra

Ottobre 10, 2022 uncategorized 0

Nella mia prossima vita, voglio rinascere di destra.

Non perché la destra abbia vinto, non fatemi così meschino. Oggi si vince, domani si perde, non è questo che conta, nella vita. Quello che conta, nella vita, è come si vive.

E la vita, a sinistra, è troppo complicata. Come se la semplicità fosse un vizio. C’è questa mania della complessità, del dibattito, dell’approfondimento. Mai niente che ci vada bene. Tutto è sempre da ridiscutere. Bisogna sempre rifare l’analisi. Ha fatto più analisi la sinistra che un reparto di lungodegenti. Ma non sembra che la sua salute ne abbia tratto vantaggio, forse se avesse fatto meno analisi e una passeggiata ogni tanto, starebbe molto meglio.

E poi a sinistra si parla sempre, si parla troppo, si parla a dismisura. E’ un’assemblea lunga quasi due secoli e mezzo, convocata a Parigi verso la fine del Settecento. L’assemblea è ancora in corso. Con rare pause per rifocillarsi, andare in bagno e magari approfittarne per fare una scissione. Le scissioni sono l’unico momento eccitante, ci si accapiglia, si esce sbattendo la porta, dev’essere per questo che ne fanno così tante: è anche un modo per uscire a prendere una boccata d’aria.

Di solito le assemblee arrivano alle conclusioni. Non è il nostro caso. Se guardate per terra vedrete migliaia, milioni di fogli di carta appallottolati. Sono le conclusioni fin qui bocciate dall’assemblea.

La vita, a destra, è più semplice. Più spensierata. Intanto la politica non è così importante. C’è anche altro da fare, nella vita. E poi, soprattutto, ci si accontenta di quello che c’è. Ce lo si fa andare bene. Ci sono le elezioni? Benissimo, si fa l’appello dei presenti, chi c’è c’è, li si raccoglie tutti insieme in un grosso involto, e voilà. Non è che siano incoscienti, a destra: lo sanno benissimo anche loro, che si potrebbe fare di meglio. Solo che preferiscono non passare il tempo a rompersi la testa su come potrebbe essere il mondo, se il mondo non fosse com’è. Difficilmente troverete, nella nota spese di un politico di destra, il conto dello psicoanalista.

Questo umore più leggero, davvero invidiabile, tocca il suo apice il giorno delle elezioni. L’elettore di sinistra è di pessimo umore. E quello non lo voto perché è troppo moderato, e quello non lo voto perché è troppo radicale, e quell’altro non lo voto perché è contro i miei princìpi. A destra, non fanno tutte queste storie. Chi è il capolista, nel mio collegio? Gengis Khan? Chi, quello dell’orda d’oro? Sì, ma è stato molto tempo fa, è cambiato. Ah beh, allora, se è cambiato, non c’è problema. Gengis Khan.

Si vive più sereni. Se rinasco, voglio rinascere di destra.

Ho notato recentemente che nei discorsi della signora Meloni spesso ricorre la parola responsabilità, faccia molto attenzione perché è un attimo diventare di sinistra”

– Michele Serra