Una giornata con Luigi D’Alpaos a parlare di idraulica, di fiumi, di Laguna e di montagna (in occasione della Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali)
Invitato all’escursione e alla “marronata” della Giovane Montagna nell’Alpago del 13 Novembre
Protagonista assoluto del dibattito più recente sulla corretta gestione del territorio in Veneto e in Laguna, il professor Luigi D’Alpaos (professore emerito di idraulica presso la facoltà di ingegneria dell’Università di Padova) ha concesso una lunga intervista, che vorremmo sintetizzare in alcuni concetti chiave.
Il professor Luigi D’Alpaos ha partecipato Sabato 8 Ottobre 2022 al convegno “Il Piave e le sue acque” a Belluno, tenendo una lezione magistrale, da rivedere, da studiare in apnea, con un intervento molto netto e severo sullo sfruttamento delle risorse idriche della Piave e sul pericolo idraulico, cui è assoggettato il territorio del Veneto.
L’11 Ottobre 2022 il professor D’Alpaos è stato ascoltato nella quarta e quinta commissione consiliare del Comune di Venezia, ribadendo la necessità di contenere gli effetti perniciosi del moto ondoso sulle fondamenta del centro storico, richiamando l’attenzione su studi sperimentali condotti agli inizi degli anni ‘90, tuttora validi, i quali sono stati sciaguratamente confinati negli scaffali più alti ed irraggiungibili di qualche libreria.
Professor Luigi D’Alpaos, può rivelarci qualcosa di inedito, che non ha avuto il tempo di illustrare durante il convegno sulla Piave e durante l’audizione nelle commissioni consiliari del Comune di Venezia?
“Durante il mio intervento al Convegno sul Piave, non sono entrato nel merito di quello che dovrebbe accadere con il rinnovo delle concessioni, perché nel 2029 scadranno tutte le concessioni a seguito del decreto Bersani sulla concorrenza.
È necessario che non siano coinvolti solo i grandi concessionari. Dovrebbero essere sentite anche le istituzioni che rappresentano la gente di una provincia che non è mai stata considerata, quella di Belluno.”
Professore, sembra che Lei voglia dire che ci sia la necessità di realizzare un Contatto di Fiume.
“So che bisogna confrontarsi e ragionare, sedendosi al tavolo di confronto, non solo con le proprie posizioni ma ascoltando anche quello che dicono gli altri.
Continua purtroppo questo atteggiamento, in base al quale l’acqua è dell’Enel in combutta con i Consorzi.
Questo è tragico.
Nel passato, quando queste concessioni furono date, non sono mai state considerate le esigenze del territorio e delle istituzioni locali.
Quando si dà una concessione, si fissano anche gli interventi compensativi.
È una vergogna, poi, che quelle portate date in concessione degli anni ’60, poiché doveva entrare in funzione l’invaso del Vajont, dopo il disastro non siano state tolte di autorità.
Non le hanno restituite i Consorzi, come sarebbe stato doveroso, e nemmeno gli enti controllori sono intervenuti con delle sanzioni.
E’ una vergogna e lo dico da quarant’anni a questa parte.”
Professore, cosa conclude sul pericolo idraulico in Veneto e sulla necessità di realizzare le casse di espansione?
“Gli studi tecnici più autorevoli concludono che è necessario realizzare un volume d’invaso di 80 milioni di m³ all’uscita del bacino idrografico del Piave.
La soluzione più razionale e ragionevole è di realizzare le casse di espansioni presso le Grave di Ciano e uno sbarramento a Falzé basso. In questo modo è come se si realizzasse un unico intervento ottimale per la regolazione dei colmi di piena. “
Professore, il 13 Novembre la Giovane Montagna di Mestre organizzerà un’escursione e una “marronata” presso Pian Formosa nell’Alpago, la Sua terra natale.
La invito a partecipare con noi. Verrà?
“Conosco bene Pian Formosa. Era il punto di riposo, prima dell’attacco alle montagne soprastanti, quando, più giovane ed in forze, praticavo le cime dell’Alpago.
Andate, andate, quel posto è veramente bello. E’ bello tutto l’insieme del paesaggio e la salita lungo quel versante dell’Alpago.”
Prof., La vengo a prendere.
“Vediamo, ci risentiamo.”